Ieri l’ottimo Beppe Severgnini è stato a Barcellona e, dopo aver parlato con qualche individuo selezionato, è tornato affabulando:
Il numero dei medici italiani negli ospedali locali […] è impressionante. Vivono sereni, lavorano bene, vengono pagati il giusto. […] Le coppie con due o tre figli sono la norma […].
Fandonie.
Non solo i bambini scarseggiano in Spagna come dovunque in Occidente (vedi Figura in fondo al post), ma i medici sono pagati come nel resto dell’EU e all’incirca come da noi, vide supra. E comunque anche i medici spagnoli emigrano alla grande, anche più dei nostri. Non solo. Forse Beppe non considera, tra i medici italiani a Barcellona, i due-tremila ragazzi italiani che ogni anno si laureano là in Professioni sanitarie per evitare i test selettivi e che non possono esercitare in Italia senza opportune abilitazioni.
Non sto negando che in Italia ci sia un grave problema che affligge il SSN: sto dicendo solo quello che ho detto e che è molto diverso da quanto riferito da un navigato e autorevole esponente del Corriere della Sera.
I media non hanno ancora capito il mondo globale e le sue dinamiche spicciole, familiari. Per esempio, che le persone si spostano molto di più di un tempo. La mobilità dei lavoratori è assicurata nell’EU dai primordi, ma il Trattato di Schengen prima, la Convenzione di Bologna poi, e l’Euro dopo hanno allargato e potenziato i flussi negli ultimi decenni.
Inoltre, i media sono quasi sempre falsari inconsapevoli che scambiano per “realtà locale” ciò che vedono attorno a sé dopo essersi recati in luoghi studiatamente prestabiliti, con appuntamenti preordinati, la testa piena di luoghi comuni e pregiudizi che si prefiggono di confermare, e animati dalla più candida ignoranza possibile dei dati sociologici che potrebbero, dovrebbero procurarsi prima di partire.
Funziona così: Faccio una trasferta in Uk? Fissatemi appuntamenti con qualche ricercatore italiano che lavora là. E il nostro eroe tornerà con un servizio che conferma quello che tutti i colleghi ripetono pappagallescamente sin dall’epoca della (pelosa) Lettera di Pierluigi Celli al figlio nel 2009, ossia che i nostri giovani talenti sono tutti all’estero: però danesi, olandesi, polacchi, che sono molti di più, non li ha notati affatto. Vado in Catalogna? Fissatemi incontri con un paio di medici italiani in Spagna. Ed ecco la “inchiesta” sui medici italiani che vivono colà alla grande, continuando a non sapere nulla dei medici spagnoli all’estero, o degli altri.
Anche le frequenti coppie con due-tre figli a Barcellona notate da Severgnini è una fanfaluca. Come in Italia, come in Francia, come in un po’ tutto l’Occidente, in Spagna la natalità è sotto la soglia della crescita da quasi mezzo secolo. Lo ricordiamo qui da molti anni. Forse Beppe siede ai giardinetti solo a Barcellona: se lo facesse anche a Milano, osserverebbe la stessa (striminzita) quantità di bambini.
Ma ricordiamolo: “Dear God, never let the facts get in the way of a good story” è il motto non scritto (salvo che al Circolo della stampa estera a Washington) del giornalismo. Oggi costuma raccontare determinate storie, sicché ogni pretesto è buono per ribadirle pedestremente.